1° INTERVENTO – ISOLAMENTO DEL TETTO

Innanzi tutto è necessario programmare gli interventi conoscendo le soluzione tecniche in funzione della tipologia del tetto.

Un tetto a falda o doppia falda è di facile isolamento; più difficile è un tetto piano.

 

a)      ISOLARE UN TETTO A FALDA

Chi ha un sottotetto non abitabile è preferibile isolare tale ambiente. Esistono molti prodotti per lo scopo tra cui si consigliano materiali anallergici. Dovete imparare a conoscere la parola CONDUCIBILITA’ o CONDUTTIVITA’ TERMICA il cui valore di riferimento è il LAMBDA (simbolo greco ƛ).

Questo termine è la definizione della quantità di calore che attraversa un materiale di spessore 1 mt. in presenza di una differenza di temperatura.

Un materiale con un LAMBDA molto basso è un buon isolante (generalmente le lane minerali o sintetiche hanno un lambda compreso tra 0,035 e 0,045). Per un buon isolamento si consiglia di utilizzare almeno 20 cm. di spessore ma 30 cm. è ancora meglio in considerazione che il costo dell’isolante ha poco dettaglio nel costo complessivo dell’intervento edilizio.

Usate prodotti resistenti ai parassiti e non putrescibili a meno che non vogliate crearvi un allevamento di funghi o uno zoo in miniatura. Le lane minerali assorbono molta acqua perciò attenzione alle temperature del sottotetto (più caldo=più umidità). In commercio esistono buoni prodotti a base di fibre di poliestere con lambda 0,035 molto permeabili al vapore.

Prima dell’installazione dell’isolante è consigliabile usare un telo che freni il passaggio del vapore dall’abitazione per evitare che l’isolante si bagni. Quando un materiale isolante si bagna perde la sua capacità di isolamento e non serve a nulla. In commercio esistono teli di vari tipi e di vari costi. Un buon prodotto varia tra i 2 €. e i 5 €./mq.

Se aumentate lo spessore dell’isolante, fate attenzione ai ponti termici. Murature passanti non isolate e solai che escono dalla sagoma del fabbricato possono essere fonte di problematiche legate alla formazione di muffa in casa. Se per il momento intendete isolare solo il tetto non dovrebbero esserci problemi; l’umidità uscirà dalle pareti a meno che non abbiate l’intonaco a gesso. Il gesso, se non mescolato ad altri prodotti traspiranti, è un prodotto impermeabile in quanto non contiene micropori (vedi cartongesso).

Se dovete isolare la FALDA SUPERIORE DEL TETTO il problema si intensifica.

Occorre valutare attentamente la tipologia del vostro tetto e trovare la giusta combinazione di materiali da utilizzare.

Se avete un tetto in legno e lo volete mantenere, dovete sapere che il legno risente molto dell’umidità e si comporta di conseguenza.

Si consiglia di usare teli traspiranti al vapore sulla superficie esterna della falda e poi procedere con l’isolamento.

In un tetto è importante valutare non solo l’aspetto calore per l’inverno ma soprattutto il fattore fresco per l’estate. E’ importante quindi introdurre il termine SFASAMENTO  che espresso in ore sta a significare il tempo che l’irraggiamento solare impiega per attraversare un corpo e varia in base alla densità (peso specifico) del corpo e allo spessore. Più alta è la densità  e più il materiale aumenta il tempo di sfasamento ed è perciò indicato per l’uso; considerando che il periodo critico di massima insolazione è compreso tra le 13:00 e le 19:00 occorre utilizzare materiali che hanno una densità tale da far si che il tempo di sfasamento sia maggiore di 6 ore. Alla sera,  con l’abbassamento delle temperature , il materiale restituisce il calore immagazzinato all’esterno e si raffredda, assorbendo anche il calore dell’ambiente sottostante.

Il materiale più indicato per lo scopo è senza dubbio la FIBRA DI LEGNO con un lambda di 0,04 e una densità 200 kg/mc o la LANA MINERALE con lambda 0,04 ma densità 100 kg/mc. Il primo è infiammabile il secondo no, pertanto fate anche questa valutazione prima di decidere. Su un tetto in legno è indifferente che il materiale sia infiammabile anche se aumentarne il volume può influire sulla pericolosità. In luoghi pubblici usate solo lane minerali o sintetiche non infiammabili (classe E).

Il polistirolo è sconsigliato per isolare un tetto a falda in quanto ha un buon lambda (0,034) ma poca massa (30kg/mc) e pertanto lo sfasamento è inferiore alle 6 ore (generalmente 3 ore  in funzione  anche dello spessore). Questo significa che di giorno fa passare il calore del sole e quando è sera impedisce al calore interno accumulato di uscire. Risultato: si muore dal caldo.

Se si sceglie di fare una cappa di calcestruzzo (ad esempio di 4 cm.) su un tavolato in legno è tutto oro colato. La densità del calcestruzzo è molto elevata (2.300 kg/mc) perciò attenua moltissimo lo sfasamento. In questo caso è possibile utilizzare anche il polistirolo.

Se avete un solaio in latero-cemento inclinato di copertura fate attenzione se ha o meno la cappa in calcestruzzo, altrimenti se ha solo il tavellone consideratelo alla stregua di un tetto in legno.

Se questo è il primo dei vostri interventi per riqualificare energeticamente il vostro edificio, fate attenzione ai dettagli per non trovarvi, in un intervento di isolamento successivo a dover rifare quanto già fatto.

Le grondaie e le lattonerie in lamiera in genere sono il principale elemento da considerare; se volete risolvere i ponti termici indotti dalle strutture sporgenti dovete sapere che occorre isolare anche queste, pertanto calcolate uno spessore almeno di 6 cm. da aggiungere successivamente sotto la cornice.

Isolate il tetto fino alla grondaia, utilizzando nei primi 30 cm. un prodotto solido minerale (tipo calcio silicato o cemento cellulare). Anche se il lambda è superiore (0,10 per il cemento cellulare e 0,06 per il calcio silicato) permettono il fissaggio agevole degli elementi di raccolta delle acque.

Attenzione ai camini e agli sfiati; è preferibile isolarli per avvolgimento (con  lana minerale o sintetica non infiammabile) anche sopra l’isolante per evitare fenomeni di condensa.

 

COME SI FORMA LA CONDENSA

La condensa si forma quando un corpo caldo viene a contatto con una superficie fredda. Il calore interno (ricco di vapore) si condensa sulle pareti provocando gocciolamenti (vedi finestre a vetri singoli e in alluminio senza taglio termico- la classica controfinestra in alluminio). I camini in cotto, con produzione di condensa, si bagnano colando dalle pareti interne, facendo sciogliere la fuliggine e creando sgradevoli macchie rosso scure  sui muri e soffitti sia interni che esterni.

Isolando il camino si riducono questi effetti anche se si consiglia di sostituire tali elementi con altri in acciaio inox; sopra il tetto (o sopra l’isolamento del sottotetto) si consiglia di utilizzare la doppia canna isolata.

REALIZZARE UNA VENTILAZIONE DEL TETTO

In questo paragrafo tratteremo anche il concetto di TRASPIRABILITA’. La traspirabilità (o permeabilità) è la proprietà di un corpo di farsi attraversare dal vapore.

L’impermeabilità è la capacità di un corpo di impedire il passaggio di umidità e acqua.

Il materiale più impermeabile è il vetro, il materiale più permeabile è l’aria. Attraverso l’aria si spostano notevoli quantità di vapore (vedi nuvole). Se interponiamo tra noi e l’aria un corpo impermeabile il vapore non passa e rimane nell’ambiente aumentando il dis-confort e i problemi.

Esistono materiali traspiranti (con valori compresi tra 0 e 0,3 di μ( si legge “mu” che è l’unità di misura della resistenza alla diffusione del vapore), materiali mediamente traspiranti (detti anche freni vapore con resistenza al vapore μ tra 2 e  20) e materiali che sono impermeabili (detti anche barriere vapore con resistenza al vapore μ maggiore di 100).

Se avete optato per l’isolamento del sottotetto evitate di inserire guaine bituminose (barriere vapore) che impediscono la trasmigrazione dell’umidità. La guaina bituminosa sul tetto, soprattutto se in legno, aumenta notevolmente il processo di degradazione delle strutture favorendo la condensa inferiore con fenomeni  di gocciolamento. Usate supporti altamente traspiranti (teli traspiranti) che favoriscono la trasmigrazione del valore verso l’esterno. L’aria in movimento crea depressioni che aspirano il vapore disperdendo l’umidità e la condensa all’esterno.

Un sistema per aumentare la trasmigrazione verso l’esterno del vapore è il tetto ventilato.

Si costruisce creando, verso l’esterno e sotto le tegole di copertura, un condotto che favorisce il passaggio di aria. Questo condotto aspira l’aria dal basso (dalla grondaia) questa si riscalda e, per effetto della minore densità dell’aria calda, sale verso l’alto (il colme del tetto) portando con se l’umidità contenuta sia nell’aria che nei materiali con cui viene a contatto. Una buona ventilazione si ha con 4 cm, di spessore del condotto.

E’ necessario favorire il movimento dell’aria con idonee aperture. Sul colme del tetto, punto in cui esce generalmente l’aria carica di umidità, occorre usare tecniche che impediscano l’ingresso di acqua delle piogge. In commercio si trovano prodotti certificati facilmente installabili su tutte le tipologie di tetto. Il materiale usato prevalentemente in accoppiato per la ventilazione è il polistirene prodotto in pannelli, sopra il quale è possibile utilizzare anche la guaina impermeabilizzante. Un ottimo accoppiamento è con la fibra di legno che unisce una buona massa alla ventilazione. Costa più del polistirene.

Il tetto ventilato è generalmente più costoso di un tetto normale per via del materiale principale e degli accessori da usare: reti anti insetti che permettono il passaggio dell’aria nella parte inferiore e colmi ventilati superiori sono gli accessori più costosi. Il risultato è però eccellente.

 

b)      ISOLARE UN TETTO PIANO

Isolare un tetto piano in modo corretto può essere facile se si conoscono i concetti base sopra enunciati. In passato sono state attuate soluzioni orripilanti tanto che i tetti piani erano considerati blasfemi. L’errore più grande da evitare è sicuramente interporre tra due guaine bituminose un materiale isolante. Questo rimanendo a contatto con l’umidità perde completamente il suo potere coibente vanificando l’intervento di riqualificazione energetica.

I migliori sistemi sono anche detti “a tetto rovescio” dove l’impermeabilizzazione viene effettuata nella parte inferiore, mentre l’isolante (generalmente XPS o altri materiali a cellula chiusa per impedire l’assorbimento dell’acqua) è posto sopra. Tra l’impermeabilizzazione e l’isolante si interpone uno spazio di scorrimento dell’acqua tenendo rialzato l’isolante. Sopra l’isolante, viene generalmente steso un tessuto che trattiene le impurità atmosferiche (polveri prevalentemente) e sopra di tutto deve essere posizionato un materiale che funga da zavorra (generalmente ghiaia o piastre in ghiaino lavato se volete rendere pedonabile il vostro tetto piano).

Questo sistema è ottimo in quanto il calore che attraversa l’impermeabilizzazione rimane caldo (e mantiene a temperatura costante anche l’impermeabilizzazione che diversamente, soggetta a sbalzi termici elevati, tende col tempo a fessurarsi e a perdere acqua) e si condensa solamente dopo aver passato l’isolante, per cui all’esterno dell’abitazione, venendo poi eliminato attraverso la ventilazione atmosferica.

L’impermeabilizzazione però, trattiene il vapore (barriera vapore) che deve essere riassorbila dalla struttura sottostante e rimessa in circolo nell’ambiente interno. In questo caso perciò è indispensabile studiare un sistema di ventilazione o naturale (prese d’aria già citate in precedenza) o meccanica controllata più comunemente chiamata VMC.

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